mercoledì, marzo 22, 2006

Un adolescente folle alla corte del Re di Spagna

Di adolescenti straripa la pittura, da quelli smagati del Caravaggio a quelli accorti e compiti di Manet, per non dire del "Pied-bot" del Ribera al Louvre o del "Figlio dell'ingegnere" di Carlo Carrà.
Ma non sembrerà troppo strano almeno a chi ha seguito la grande mostra "Manet-Velazquez" di Parigi e New York (2002-2003) di richiamare in questa sede auxologica I'attenzione ai famosi "Locos" di Diego Velazquez appunto. II grande Sivigliano per cui la Francia "abbandona Raffaello", come dice un titolo del grande catalogo della mostra suddetta, ha dipinto un quadro, emblematico fra tutti, "Las Meniñas" (che stanno al Prado), e che sconvolge chi guarda specie se con "doppio sguardo".
Ma eccoli dunque "Los locos" di Velazquez. Sono adulti o bambini o sono addirittura giunti alla vecchiaia nel loro tragico assetto. Quasi in equilibrio (come alcuni appaiono) tra se stessi e il mondo intorno che li guarda e usa, bambini o nani, per poggiare la mano guantata, o se ormai adulti, per ridere del loro travestimento, del loro disagio di popolani a corte; pur lieti, essi, di non essere mendicanti sui marciapiedi come quel" Petit Savoyard" del Bonvin che è a Boulogne sur Mer o quel "Petit Mendiant" del Murillo, anch'esso al Louvre. Tra tanti "locos" adulti spicca infatti, a rendercene il quadro ai confini di un indicibile orrore, la figura di un adolescente. Esso fu Sebastiano de Morra, un giovinetto fiammingo importato (o deportato?) alla Corte di Filippo IV Re di Spagna, per lo svago di quei Signori. Folle, egli ci guarda navigando nel suo pallido sorriso di oligofrenico, come felice, fatuo, quasi accondiscendente. Ed e insieme vano e imprendibile nella sua distanza infinita. Più lo si guarda, più ci va sfuggendo come ombra nella notte.
Giorgio Weber (articolo pubblicato su Il Nuovo anno 7 n°4)